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Wolfgang Amadeus Mozart

Wolfgang Amadeus Mozart: Requiem, Dies irae

Introduzione

La Messa di Requiem in Re minore K 626 è l'ultima struggente composizione di  Mozart. Rimasta incompiuta per la morte dell'autore, avvenuta il 5 dicembre 1791, fu completata successivamente da Franz Xaver Sussmayr.

L'opera è legata alla controversa vicenda della sua morte avvenuta il giorno successivo al completamento delle parti vocali del Lacrimosa. Stendhal parla di un anonimo committente che incaricò Mozart, malato e caduto in miseria, di comporre in quattro settimane una messa da requiem, dietro compenso di cinquanta ducati. Completato quasi certamente entro la quaresima del 1792, il Requiem venne ritenuto per un certo periodo opera del solo Mozart anche per il fatto che la calligrafia di Süssmayr risulta essere molto simile a quella di Mozart: fino agli inizi degli anni novanta del XX secolo si riteneva infatti che l'indicazione, posta in testa alla prima pagina, recitante "di me W.A Mozart mppa. 1792" fosse stata apposta da Mozart stesso.

Fu probabilmente solo con l'edizione a stampa di Andrè del 1827 che parte dei dubbi vennero fugati: forse per la prima volta nella storia della musica, una partitura venne pubblicata con un commento critico nel quale si tentava di stabilire con certezza ciò che è certamente di Mozart e ciò che è di pugno d'altri; l'edizione Breitkopf indicò poi con una M il materiale sicuramente mozartiano e con una S quello attribuito a Süssmayr.

Scritta in Re Minore ed in 4/4, il Dies Irae comincia in modo "esplosivo" con un colpo di timpano e con l'attacco dell'orchestra e di tutte le voci del coro. Durante tutto il brano la melodia dei Soprani è seguita dalla stessa (trasposta) cantata dai Tenori o da altre voci, creando quasi un effetto di "eco". Leggendo il testo si può capire quanta intensità e potenza è racchiusa in questa composizione:

"Dies irae, dies illa, Solvet saeclum in favilla, Teste David cum Sibylla. Quantus tremor est futurus, Quando Judex est venturus, Cuncta stricte discussurus!"

"Giorno d'ira, quel giorno distruggerà il mondo in faville, com'è attestato da Davide e dalla Sibilla. Quanto grande sarà il terrore quando verrà il giudice a valutare ogni cosa severamente."

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